Luva Reginella oggi è coltivata in limitate aree ristrette del Cilento ed è presente nel patrimonio vitivinicolo del Salernitano con pochissimi esemplari. Sin dallantichità vitigno di grande pregio e tipicità, negli ultimi anni è andato progressivamente scomparendo nelle coltivazioni e dalle tavole, salvo alcune viti ancora produttive e conservate nel Golfo di Policastro. Luva Reginella, trapiantata dai Greci della Tessaglia nel basso Tirreno nel VI sec. a.C., ha trovato nella valle del Bussento lambiente ideale perché preferisce terreni umidi ed è sensibile allo iodio. Numerosi autori classici (Columella, Galeno, Ateneo etc.) hanno descritto il vino, ottenuto dal vitigno anche detto Buxentinum, come autentico nettare, degno degli dei greci; potente, pastoso, digestivo, forse afrodisiaco. Luva Reginella dal grappolo compatto a bacca nera, con acini piccoli e foglie di media grandezza, richiede una coltivazione a spalliera. Talora utilizzato come vitigno complementare per dare maggiore potenza, ha un volume alla spremuta di 13%. Il Comune di Santa Marina ha deciso di rivalutare e promuovere questa varietà minore, ancora presente nel proprio territorio, con un progetto che intende coinvolgere ed avvicinare gli imprenditori agricoli locali perché recuperino il vitigno.